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Tecnocrazia dell’Oligarchia: Verso un Governo Ibrido tra AI e Potere

Nel contesto odierno, dominato dall’avanzata dell’intelligenza artificiale e dall’uso sempre più pervasivo della tecnologia nei processi decisionali, assistiamo a una trasformazione del concetto stesso di governance. Il caso di Elon Musk e del dipartimento DOGE per l’efficienza governativa, nato per volontà dell’amministrazione Trump, pone interrogativi cruciali sulla natura della democrazia e sulle derive della tecnocrazia.

Si delinea una forma di potere vicina all’anocrazia con scelte prese da un alleato cibernauta. 

Secondo i piani delineati nel paper pubblicato dal think tank Foundation for American Innovation, il governo statunitense dovrebbe implementare sistemi di AI per ottimizzare la macchina burocratica, riducendo il personale e automatizzando parte dei processi decisionali. Tuttavia, dietro la narrazione dell’efficienza e della modernizzazione, si cela una questione più profonda: la sostituzione dell’autonomia decisionale umana con algoritmi addestrati secondo il pregiudizio di un’élite ristretta.

Dal Timoniere alla Macchina: Chi Governa Davvero?

L’etimologia della parola κυβερνήτης (kybernetes) rimanda al concetto di ‘timoniere, pilota di una nave’, ed è la radice del termine governo. In un’epoca in cui il timone della società viene progressivamente affidato ad AI sviluppate e controllate da oligarchie industriali e think tank, ci si deve chiedere quale spazio resti alla volontà popolare.

Se un tempo il concetto di democrazia si basava sul dibattito, sulla deliberazione e sul consenso, oggi il rischio è quello di una anocrazia, una forma di governo ibrida in cui le decisioni vengono prese non più attraverso un reale processo partecipativo, ma dall’influenza di un’élite che delega il potere a sistemi automatizzati.

La Distopia si Materializza

L’idea che la tecnologia possa sostituire le istituzioni politiche non è più un’ipotesi futuristica, ma una realtà che si sta concretizzando. L’intelligenza artificiale, lungi dall’essere uno strumento neutrale, riflette gli interessi e i bias di chi la programma e la controlla. Non si tratta quindi di una mera ottimizzazione della pubblica amministrazione, ma di una ridefinizione radicale delle strutture di potere.

L’economia e la tecnologia, da strumenti al servizio dell’uomo, rischiano di diventare strumenti di amministrazione per dominare l’uomo stesso. Di fronte a questo scenario, il ritorno a un’educazione civica autentica, alla formazione di una coscienza critica e alla valorizzazione dell’umanità nel processo decisionale diventa un’urgenza.

Forse, più che affidare il futuro alle macchine, sarebbe il caso di insegnare nuovamente l’arte del pensiero critico a chi detiene il potere.

 

Fonte che ha ispirato l’articolo:

La pericolosa illusione della democrazia artificiale – Il Tascabile di del 19.2.2025
https://www.iltascabile.com/scienze/pericolosa-illusione-democrazia-artificiale/

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